VIGOLANA TRAIL: MIX TRA GIOIA E DOLORE!

Era la mia prima vera ultra (65 km 4000 D+) e il Vigolana Trail è stato un bel battesimo, sotto tutti i punti di vista (o quasi). Innanzitutto l’ospitalità degli organizzatori. Non sono mai stato trattato così bene (non che me lo meritassi!) ma la disponibilità dimostrata dagli organizzatori è stata veramente unica!  A partire dall’alloggio Berry House (agriturismo), penso una delle più belle camere che abbia mai visto! Un posto che vi consiglio anche per l’ospitalità dei proprietari e per la posizione in cui si trova!

Ma passiamo alla gara. Ore 7.30 si parte da Vigolo Vattaro. I primi 30 km sono molto corribili (tantissima strada sterrata, purtroppo per me). Si forma un gruppetto in testa con i migliori (Modena, Canetta, Rabensteiner e Pellegrini); io inseguo a un paio di minuti insieme ad altri atleti. Al primo check point al km 16 sono in ottava posizione, ma sto gestendo lo sforzo; inizia qui la prima vera salita, verso la Marzola, 1000 m di dislivello in 6 km circa; finalmente la strada si fa sentiero, e si corre veramente in montagna. Scollino sulla Marzola recuperando una posizione e mi butto in picchiata verso il primo passaggio a Vigolo Vattaro (km 30). Da qui inizia il tratto più bello della gara. Dopo 4 km di noiosi falsipiani si inizia a salire verso Malga Derocca. Siamo a quasi quattro ore di gara, e inizia la crisi. In salita cammino, cerco di mangiare e bere, mi fermo al ristoro 4-5′ e mi alimento bene, riparto e la crisi è sparita. Inizio a correre bene e i successivi 15 km li faccio “a tutta” con la speranza di recuperare qualche posizione. Scollino sulla Vigolana e sul primo tratto tecnico di discesa continuo a recuperare, supero Modena che è in quarta posizione e mi lancio verso un possibile podio che per me sarebbe come una vittoria.

Purtroppo, appena finisce il tratto tecnico e si rientra sulla strada sterrata per gli ultimi 7 km sento che le gambe faticano a girare, la testa mi dice che non ne può più e lo stomaco inizia a chiudersi. Tengo duro  3 km, finché Modena mi supera con un passo davvero veloce; vedo che sta ancora bene e so che può essere lui ad andare sul podio. Cerco di seguirlo, ma dopo 1 km devo mollarlo definitivamente. Passo l’ultimo km e da qui ho solo 3 km da fare. Purtroppo gli ultimi 2 sono infiniti. Stomaco chiuso, gambe vuote, testa che scoppia. Cerco di difendere la quinta posizione, che sarebbe comunque onorevole, ma a un km dall’arrivo Bassi mi torna sotto, anche lui con un passo per me impossibile da tenere. Devo camminare quasi tutta l’ultima salita verso l’arrivo (prenderò due minuti da Bassi in un km!!) e finisco sesto in 7h 07′.

Mi accascio al suolo e inizio ad avere giramenti di testa; passo le successive due ore in ambulanza con una flebo al braccio… non un bel vedere per chi sostiene che lo sport faccia bene 😉

Dato che bisogna essere autocritici non posso dire di essere pienamente soddisfatto. Sono contento di aver finito la gara, ma ho mancato l’obiettivo minimo di entrare nei 5. Devo comunque riconoscere che tutti quelli che ho davanti sono atleti esperti su distanze di questo tipo e maggiori, io devo farmi le ossa… lasciatemi ancora qualche gara, poi arrivo anche io! Per me passare le 5h di gara è un po’ come per un alpinista entrare nella cosidetta zona della morte (sopra gli 8000 m); da un momento all’altro può capitarmi la crisi, e me lo aspettavo.

Ma ora guardiamo avanti, qualche giorno di riposo e sabato prossimo tenterò di far bene alla Supermaratona dell’Etna. Sarà meno dura, è tutta in salita, quindi muscolarmente non dovrebbe essere troppo distruttiva!

Qui trovate il link al percorso registrato dal mio gps.

Cattura

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